Catena critica

La tecnica della catena critica fu sviluppata dal Dr. Eliyahu Goldratt nel suo business novel Critical Chain¹.

Il metodo si basa sui principi di analisi del cammino critico e di pianificazione delle risorse limitate per identificare catene di attività che sono vincolate sia da dipendenze che dalla disponibilità delle risorse. È importante sottolineare che la tecnica prende poi in considerazione aspetti della natura umana.

Il concetto di ‘sicurezza’ si riferisce al fatto che molte persone forniranno stime della durata dell’attività che si basano su precedenti esperienze negative. Queste persone naturalmente considerano anche il caso, l’eventualità, in modo che siano certe che si possa sicuramente completare l’attività nel tempo stimato (anche quando, come si aspettano, le cose non vanno nel modo più efficiente in cui sarebbero potute andare).

Se la pianificazione di un progetto include cotanta sicurezza, sarebbe ragionevole aspettarsi che venga rispettata ogni volta, ma Goldratt ha individuato tre ragioni per cui questo non accade.

  • La sindrome dello studente: poiché le persone sanno che v’è sicurezza, aspettano fino all’ultimo minuto per iniziare il lavoro.

  • Multitasking: quando le persone devono eseguire più attività su più progetti, cercano di lavorarvi contemporaneamente e questo crea inefficienze.

  • Interdipendenze tra le attività: i ritardi si accumulano più velocemente degli anticipi, cioè se un’attività finisce in ritardo allora la seguente attività sarà posposta, ma se un’attività termina in anticipo è meno probabile che l’attività successiva sia intrapresa in anticipo.

Molte persone aggiungono la Legge di Parkinson a queste tre, cioè che il lavoro si espande fino a occupare tutto il tempo disponibile.

In termini semplici, la catena critica risolve questi problemi applicando i seguenti principi:

  • Stimare la durata delle attività per prefigurare una probabilità di completamento 50/50. Accumulare il tempo di sicurezza supplementare in ‘buffer’.

  • Identificare la catena critica, che rappresenta la combinazione di dipendenze e risorse che sono il principale vincolo per la durata del progetto.

  • Calcolare i tempi di sicurezza sulla catena critica per creare un ‘project buffer’ alla fine della catena critica. Calcolare i tempi di sicurezza per catene non critiche e creare “feeder buffer” alla fine di ogni catena.

Il controllo del progetto si concentra allora sulla gestione dei buffer piuttosto che delle singole attività.

 

Critical chain network

 

Nel diagramma reticolare qui sopra, la linea tratteggiata rappresenta la catena critica. Sulla base di una combinazione delle dipendenze tra attività e dei requisiti delle risorse, questo è il percorso più lungo che controlla la durata del progetto. Gli elementi di sicurezza delle attività di questa catena sono utilizzati per calcolare il buffer del progetto. Diversamente, a catene non critiche vengono attribuiti feeder buffer.

 

  1. Goldratt, E M (1997), Critical Chain, North River Press, Great Barrington, MA.

Grazie ad E-quality Italia per la traduzione

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25th July 2014Link to Italian translation added
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